Birre trappiste
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Cosa sono le birre trappiste?Le birre trappiste sono prodotte dai monaci?Chi sono i monaci trappisti?Qual è la differenza tra birra trappista e birra d’abbazia?Queste sono le domande che spesso ci porgete, ecco le risposte……… La birra trappista è frutto del desiderio di felicità……… C’è un uomo che vuole la vita e vivere giorni felici? Questa è la frase che San Benedetto ha voluto chiedere ai novizi che diventano monaci prima di entrare definitivamente nel monastero, e la Birra Trappista è la più alta manifestazione della regola benedettina spesso sintetizzata in “ora et labora“.I monasteri che producono birra trappista sono 13 in tutto il mondo: 1 dagli U.S.A. – Spencer, 2 dall’Olanda – La Trappe e Zundert, 1 dall’Austria – Engelszell, 1 dall’Italia – Tre Fontane 6 dal Belgio – Orval – Westmalle – Achel – Chimay – Westvleteren – Rochefort 1 dalla Spagna – Monastero di San Pedro de Cardena a Burgos1 dall’inghilterra – il monastero di St Bernard con la loro Tynt meadowInoltre vi è la birra Monts des Cats, prodotta nell’abbazia Chimay, e per quanto non possieda il marchio trappista, lo è in sostanza.Le birre trappiste non sono birre d’abbazia. Negli anni 50 in Belgio c’erano 50 brasserie che si fregiavano del termine “birra trappista” ma che con i trappisti e spesso anche con i monaci non avevano nulla a che vedere.E’ in questo contesto che 8 monasteri trappisti hanno fondato “L’Associazione internazionale trappista” i cui membri possono utilizzare il marchio “Autentic Trappist Product”. Oggi sono 13 i monasteri che producono birra che possono utilizzare questo marchio.Questo logo certifica che quel prodotto è stato fabbricato all’interno di un monastero trappista sotto il controllo diretto dei monaci e le entrate provenienti dalla vendita sono destinate allo scopo sociale dell’abbazia. E’ per questo motivo che la Trappe olandese era uscita dal gruppo in quanto è stata commercializzata per un periodo da una multinazionale.Si tratte delle birre artigianali più ricercate al mondo. Da sempre si trovano ai primi posti delle classifiche internazionali con le migliori birre. La Westvleteren XII in particolare da più di 10 anni tra i primi posti. La segue stabilmente la Rochefort 10 sempre tra le prime 10.Sono birre artigianali legate ad antichi processi a volte anche centenari, tramandati di monaco in monaco anche in maniera segreta. I monaci non risparmiano nei gradi alcoolici e nella bontà delle miscele, la birra per loro è da sempre un alimento vero e proprio che per secoli è stato il sostentamento di ordini che contavano anche migliaia di bocche da sfamare tutti i giorni. La birra per loro è diventata l’alimento in alcuni casi, grazie alla sua economicità (93% del contenuto è acqua), ai suoi principi nutrienti, e alla scoperta delle proprietà antisettiche del luppolo che ha reso questa bevanda una possibilità di assumere liquidi in maniera salubre anche dove l’acqua era stagnante, paludosa. In alcuni monasteri era permesso berne diversi litri al giorno anche in tempi di digiuno come la Quaresima. I monaci nei grandi monasteri producevano solitamente 4 tipi di birra. Una birra acida, poco alcolica per i monaci, una birra un po’ più nutriente per i pellegrini, una birra più corposa per l’abate o il priore e per ultimo una birra speciale per il vescovo o cardinale e per il signorotto del paese. Si dice che sia dalle croci sulle botti con le quali il monaco brasseur distingueva i tipi di birra, che siano nati i nomi double, triple e quadrupel.E’ questo misto di segreti, poca visibilità, storie e ricette centenarie, che le ha rese leggendarie e popolari. Ma soprattutto è la loro bontà che le distingue da tante imitazioni. Tanti ragazzi che oggi stanno iniziando a produrre birra farebbero carte false per imparare dal monaco che si occupa del birrificio di Westvleteren o di Orval.Per alcuni monasteri come Chimay e La Trappe il business della birra è diventato milionario e permette alla comunità monastica di offrire borse studio, sussidi a poveri, progetti green al territorio dove sorge il birrificio. Altri monasteri come Westvleteren hanno scelto un profilo basso, essi stessi dicono: “non viviamo per produrre birra, ma produciamo birra per vivere“.Salute a tutti.